.comment-link {margin-left:.6em;}

ianilo marchesi carcinoma infiltrante scarsamente differenziato

Combatto una malattia al collo nella parte cervicale laterale sinistra, e due tumori ai polmoni. Nel 2006, ho fatto terapie intensive di chemio e 36 trattamenti di radio. Nel 2007 recidiva dei noduli laterocervicali con aumento delle dimensioni, dovendo cosi fare di nuovo trattamenti di chemio. Continuo a combattere, credere sempre. Per scrivermi e ne vuol far partecipe i lettori del blog. ianilo@gmail.com

Le mie foto
Nome:
Località: Riotorto, Livorno, Italy

** La verità alle volte è più vicina di quanto si creda, ed alle volte si può nascondere nelle righe di qualche paragrafo.** Se il mio blog può essere di aiuto a qualcuno, ne sarò felice.

giovedì, gennaio 31, 2008

Policlinico di Catania: Adroterapia per i tumori degli occhi

Ciao, sono appena ritornato dalla visita medica alla ferita dell'incisione ciste sebacea fattami lunedi mattina, e sembra che ci sia un principio di infezione, mi hanno medicato e mi hanno detto di continuare con gli antibiotici. Ora ci ritorno sabato.

Una notizia per chi ha dei problemi agli occhi:

Il centro di adroterapia oculare per il trattamento delle patologie rare dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico di Catania è attualmente l’unico Centro in Italia dove è possibile trattare, mediante fasci di protoni, i tumori della regione oculare.

Il Centro è nato dalla collaborazione tra la Struttura Complessa di Radiodiagnostica e Radioterapia, l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico di Catania, i Laboratori Nazionali del Sud di Catania, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, il Dipartimento di Fisica dell’Università di Catania. Il Centro è ubicato presso i Laboratori Nazionali del Sud di Catania – Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, a poca distanza dall’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico di Catania, dove si trova un Ciclotrone Superconduttore in grado di accelerare fasci di protoni fino ad una energia massima di 60 MeV.

Questa caratteristica rende i fasci di protoni presenti nel Centro particolarmente adatti al trattamento radioterapico di patologie neoplastiche di rara frequenza, quale ad esempio, il melanoma oculare.
Il melanoma oculare rappresenta oggi il tumore intraoculare primitivo clinicamente più frequente nell’età adulta. L’incidenza di questa malattia in Italia è calcolata intorno a 350 nuovi casi l’anno.

Proprio per quanto riguarda il trattamento di questa patologia, la adroterapia offre oggi la più valida e conservativa alternativa all’intervento chirurgico radicale di enucleazione dell’occhio, e, a differenza di questo, offre al paziente la possibilità di mantenere un’ottima qualità della vita. Inoltre, questa tipologia di trattamento permette, nella maggior parte dei casi, la conservazione della capacità visiva residua dell’occhio coinvolto dalla neoplasia.

Il Centro di adroterapia oculare, in sinergia con gli interessi scientifici dei Laboratori Nazionali del Sud, si propone di potenziare l’ambito di intervento in campo medico anche ad altre patologie rare di altri distretti corporei. In particolare, il potenziamento d’uso del fascio attuale potrà consentire l’ampliamento alle indicazioni al trattamento dei tumori del distretto di pertinenza otorinolaringoiatrica.
Il Centro è attivo dal mese di febbraio 2002 ed a tutt’oggi sono stati trattati circa 160 pazienti affetti da varie forme di tumore intraoculare. I pazienti provengono da tutte le regioni d’Italia.

http://www.policlinico.unict.it/
http://www.cataniaomnia.it/

Etichette:

mercoledì, gennaio 30, 2008

CANCRO AL COLON: SCOPERTO UN MARKER PER LA PROGNOSI

Come nel caso della leucemia linfocitica cronica, del tumore al pancreas e di quello ai polmoni, anche per il carcinoma del colon lo schema di espressione di alcuni microRNA puo' avere un valore prognostico.

Lo hanno scoperto alcuni ricercatori del National Cancer Institute di Bethesda grazie all'analisi del profilo di espressione di diversi microRNA (corte sequenze di ribonucleotidi non codificanti) di tessuti tumorali e non tumorali prelevati a due gruppi di pazienti: 84 in Maryland e 113 a Hong Kong.

Per ora, i ricercatori hanno individuato cinque microRNA i cui profili d'espressione permettono di discriminare tra tessuti tumorali e tessuti sani e, all'interno dei primi, tra tumori caratterizzati da differenti gradi di sopravvivenza e di risposta alle terapie. Lo studio e' stato pubblicato sul Journal of American Medical Association.
(AGI)

Etichette:

martedì, gennaio 29, 2008

Il 4 febbraio si celebra il World Cancer Day Il mondo si unisce per combattere il male

La giornata contro il cancro al seno, quella contro il cancro alla prostata. Ed ancora quella contro il cancro al colon e al retto e così via. L’elenco purtroppo è lungo.
Il 4 febbraio però è stato dichiarato “World cancer day” ovvero giornata mondiale contro il cancro. Ogni tipo di cancro in quanto male da debellare.

Il cancro è una delle maggiori cause di morte in tutto il mondo: l’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che, in mancanza di interventi, 84 milioni di persone moriranno di cancro tra il 2008 e il 2015.
Il 4 febbraio 2008, come tutti gli anni l’OMS si unisce alla Lega Internazionale contro il Cancro per promuovere iniziative che sollevino la questione urgente della cura e della prevenzione della malattia. A far parte della Lega Internazionale contro il Cancro sono più di 280 organizzazioni di oltre 90 Paesi del mondo impegnate a combattere la malattia.

Inoltre, secondo l’Organiz-zazione Mondiale della Sanità il 40% dell’insorgenza di tumori può essere evitata se si osservano delle regole di vita più sane come un’alimentazione sana, un’attività fisica regolare e se non si fuma più. Proprio il non fumare è la misura preventiva contro il cancro più importante da mettere in pratica.

E su questo tema si è concentrata la campagna mondiale contro il cancro della Canadian Cancer Society che sul sito invita tutti a proteggere i bambini dal fumo passivo. Sono circa 700 milioni i bambini, la metà dei bambini presenti nel mondo, costretti a respirare aria inquinata dalle sostanze nocive causate dal tabacco, soprattutto nelle proprie abitazioni. Il messaggio che il 4 febbraio la Canadian Cancer Society lancia quindi è “Il fumo passivo è un pericolo per la salute vostra e dei vostri familiari.

Non esiste un livello sicuro di esposizione al fumo passivo. Regalate al vostro bambino un’infanza libera dal fumo’’. È una giornata, questa mondiale contro il cancro, che si prefigge lo scopo di sensibilizzare la gente sulla malattia e soprattutto invitare alla prevenzione.

Etichette:

lunedì, gennaio 28, 2008

Malato di tumore incontrerà il suo campione

IL piccolo Domenico, malato di tumore, realizzerà il suo sogno: incontrare il campione di ciclismo Danilo Di Luca (nella foto), vincitore del Giro d'Italia 2007. Accadrà lunedì prossimo, alle ore 17.00, grazie all'associazione Missione Sogni Onlus. L’incontro avverrà all’interno dell’ospedale Salesi di Ancona, nel reparto di Oncoemetologia dove il giovane tifoso è momentaneamente ricoverato.

Domenico è un ragazzino cresciuto con la passione del ciclismo e il suo sogno era quello di diventare un professionista. Nel 2006 finalmente era riuscito ad entrare in una vera 'scuola di ciclismo giovanile', ma solo dopo pochi mesi, proprio grazie alla bicicletta, ha scoperto la sua malattia, che non gli ha dato nemmeno la soddisfazione di fare una gara. Incontrare Danilo Di Luca per Domenico vuol dire tanto. "Ultimamente è sempre scontroso - spiega il papà - ma quando gli ho dato la bella notizia mi ha detto di essere molto orgoglioso che proprio il suo mitico campione vada da lui".

"I sogni che non si realizzano non sono quelli troppo grandi o impossibili, sono quelli in cui si smette di credere" diceva Martin Luther King e l'obiettivo di Missione Sogni Onlus è proprio quello di realizzare i sogni dei bambini malati e disabili, di età dai 4 ai 21 anni. Centinaia sono i deisderi esauditi ogni anno. L'associazione Missione Sogni Onlus è nata nel 2003, ha sede a Milano, ma grazie alla collaborazione con i medici e gli operatori sanitari dei principali ospedali italiani, oltreché con le altre associazioni, riesce ad essere attiva su tutto il territorio nazionale.


Per contatti, telefonare o scrivere a Missione Sogni (dal lunedì al venerdì, dalle 9.30 alle 13.30): tel/fax: 02 8361109. www.missionesogni.org - info@missionesogni.org

Etichette:

Intervento chirurgico asportazione ciste sebacea

Ciao,
stamani alle 7 puntuale la dottoressa Guidoni, (che ringrazio pubblicamente per avermi seguito dal 26 dicembre scorso), del reparto Chirurgia dell'ospedale di Villamarina a Piombino, mi ha effettuato l'intervento per l'asportazione della ciste sebacea che avevo sul dorso.

Non nascondo la mia iniziale paura, dei camici, lettino, e lampada neon, ma la calma e la professionalà del medico chirurgo mi ha dato la necessaria calma. Dopo aver sentito 4 punturine per anestesia, sinceramente sentivo solo la dottoressa e l'infermiera che armeggiava, incideva e poi cuciva il grosso taglio che ha dovuto effettuare. Si perchè la noce che mi ha tolto era grossa, io l'ho vista, impressionante. Ma comunque ora tutto bene, son già ritornato a casa, ho preso antibiotico, mi son procurato in farmacia Nomendol, in caso di dolori.

Ora devo ritornare a farmi vedere venerdi 01-02. Anche questa è fatta. Ora se tutto va bene, dovrei riposare fino alla fine di febbraio prima di ricominciare a fare le chemio. Vi auguro buona giornata.

Etichette:

sabato, gennaio 26, 2008

Operato per un cancro che non aveva: dall'inchiesta spuntano i primi indagati

Lo ha confermato il sostituto procuratore Adriano Crincoli, che tuttavia non ha fatto nomi. L'esposto risale all'aprile scorso, e la procura ha disposto una perizia tecnica, di cui il magistrato deve ancora prendere visione.

Il sostituto procuratore Adriano Crincoli ha confermato che ci sono già i primi indagati nell'inchiesta aperta dalla procura di Ascoli Piceno dopo l'esposto presentato da un uomo di Centobuchi di Monteprandone, Luigino Ciabattoni che ha subito l'asportazione parziale di un polmone per una diagnosi sbagliata.

Crincoli tuttavia non ha rivelato chi siano i sanitari iscritti nel registro degli indagati.L'esposto è approdato sul tavolo del magistrato nell'aprile scorso, e la procura ha disposto una perizia tecnica, di cui Crincoli deve ancora prendere visione. Il malato, che ha raccontato la sua storia in una lettera ai giornali locali, si era sottoposto ad una Tac al torace presso l'ospedale 'Mazzoni' di Ascoli Piceno.

Dall'esame istologico era emersa la presenza di cellule maligne, così il paziente decise di sottoporsi a un intervento a Milano, all'istituto oncologico europeo. Ciabattoni, dopo l'operazione eseguita con il supporto di un robot, venne dimesso. Solo successivamente gli venne comunicato l'errore diagnostico.

Etichette:

venerdì, gennaio 25, 2008

l'oncologo, olio extravergine scudo contro tumori

La celeberrima dieta mediterranea e il suo 're' incontrastato, l'olio extravergine d'oliva, continuano a ricevere conferme dei loro effetti benefici sulla salute. Sono soprattutto gli oncologi a consigliare di non far mancare mai sulla propria tavola il 'nettare' degli ulivi: "grazie al suo effetto antiossidante, questo condimento è infatti in grado di proteggerci dai tumori e da molte altre malattie come l'aterosclerosi o i disturbi cardiovascolari". Parola di Antonio Giordano, direttore dello 'Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine' di Philadelphia (Usa) e responsabile scientifico della Human Health Foundation (Hhf), onlus dedicata alla ricerca sostenuta dalla Banca popolare di Spoleto, intervenuto all'incontro 'La civiltà dell'olio di oliva, dalla terra alla tavola' oggi a Roma.

"L'alimentazione, se non corretta - ha spiegato l'esperto - può diventare quasi un 'insulto' al nostro organismo. Se ne sono accorti anche negli Stati Uniti, dove i fast food hanno iniziato a offrire, oltre ad hamburger e patatine fritte, anche le insalate. In Italia abbiamo una tradizione culinaria che per fortuna mette al centro alimenti sani e bilanciati come i pomodori e l'olio di oliva, che possono aiutarci a mantenere un buono stato di salute".

L'extravergine, ad esempio, "ha una serie di componenti che, in sinergia fra di loro - ha sottolineato Massimo Lopez, direttore del dipartimento di Oncologia medica B dell'Istituto Regina Elena di Roma - danno origine a un potentissimo effetto antiossidante: in pratica, ostacolano la produzione di radicali liberi, molecole che possono andare a interferire con il Dna e a modificare i geni rendendo più vulnerabile il nostro organismo nei confronti di alcuni tipi di tumori. In particolare - conclude l'esperto - è stato dimostrato che le sostanze chimiche presenti in questo prodotto ostacolano l'espressione di un gene alla base del 20% delle neoplasie della mammella".

Etichette:

giovedì, gennaio 24, 2008

TUMORI: AUMENTANO QUELLI CERVICO-FACCIALI

In Italia si registrano 12.000 casi ogni anno di tumori "testa-collo", che colpiscono soprattutto chi fuma ed eccede con l'alcol, e le nuove terapie consentono di guarire oltre la meta' dei pazienti.

La complessita' di queste neoplasie richiede trattamenti integrati che possono essere garantiti solo in strutture dotate di tutte le competenze necessarie. Tra queste l'Ospedale San Paolo di Milano dove oggi si svolge il Convegno nazionale "I tumori del distretto cervico-facciale: un dissensus meeting".

"Per ottenere risultati ottimali e' necessaria una strategia di 'trattamento integrato' - spiega Paolo Foa, Direttore del Dipartimento di Oncologia dell'Ospedale San Paolo di Milano - Nel nostro centro e' attiva una 'task force' costituita da oncologi medici, chirurghi otorinolaringoiatri e maxillo-facciali. A questo gruppo si affiancano, in stretta sinergia, gli specialisti dell'Istituto Europeo di Oncologia. Solo con un utilizzo combinato di chirurgia, chemioterapia e radioterapia e' possibile contrastare con successo la malattia, garantire un'adeguata assistenza al paziente e preservare la funzionalita' di organi essenziali per la vita di relazione.

La nuova frontiera delle cure contro questo tipo di tumori - prosegue Foa - e' costituita dai farmaci biologici. Proprio nei tumori cervico-facciali un anticorpo monoclonale, il cetuximab, ha consentito di migliorare in modo sostanziale l'efficacia dei trattamenti". L'integrazione fra terapie mediche, nuove modalita' di radioterapia e tecniche innovative di chirurgia consente di guarire oltre la meta' di questi pazienti. I tumori del distretto cervico-facciale comprendono i carcinomi del cavo orale, della laringe, del faringe e delle ghiandole salivari. Fino a pochi anni fa il trattamento di queste neoplasie richiedeva interventi spesso demolitivi, poiche' la malattia nella maggior parte dei casi veniva diagnosticata in fase avanzata.

"Per le neoplasie del distretto cervico-facciale si e' assistito ad un sostanziale miglioramento delle possibilita' di cura - precisa Foa - grazie sia alla precocita' della diagnosi che all'impiego di agenti biologici come cetuximab, un anticorpo monoclonale capace di bloccare in modo selettivo il recettore dell'epidermal growth factor impedendone l'attivazione e arrestando una serie di funzioni essenziali alla sopravvivenza e alla moltiplicazione delle cellule tumorali".

Ma oltre alle potenzialita' dei farmaci biologici, dal Convegno emergono altre novita'. Ad esempio, per i carcinomi del rinofaringe, sono stati ottenuti risultati promettenti con la immunoterapia. Sono poi migliorate le modalita' di radioterapia, in grado di 'mirare' in modo sempre piu' selettivo e modulato la massa tumorale, risparmiando i tessuti sani, cosi' come si sono compiuti progressi per le tecniche chirurgiche che prevedono anche la laser-chirurgia e la chirurgia robotica. (AGI)

Etichette:

mercoledì, gennaio 23, 2008

Ricercatori del Malpighi scoprono molecola che blocca l'oncogene

Ciao, ieri sono stato dalla dottoressa Guidoni per la ciste sul dorso, e siamo rimasti d'accordo che finalmente il piccolo intervento si eseguirà lunedi mattina 28-01-08 alle 7 di mattina presso l'ambulatorio chirurgico dell'ospedale di Villamarina Pombino.
Una notizia:

Una nuova molecola capace di bloccare l'oncogene di tre gravi tumori pediatrici: i rabdobiosarcomi (incidenza dell'8% sul totale dei tumori pediatrici) i neuroblastomi (i più mortali con una incidenza del 15%) e i medulloblastomi (i più frequenti tumori cerebrali con una incidenza del 5%).

Si chiama 'Pmp' ed è stata identificata e presentata oggi in occasione dell'apertura dei lavori della seconda edizione del congresso scientifico internazionale 'New Drugs in Pediatric Oncology', organizzato dall'Oncologia Pediatrica della scuola di medicina dell'Università di Bologna ed in particolare dal professor Andrea Pession, direttore dell'Oncologia ed Ematologia Pediatrica 'Lalla Seragnoli' del Policlinico Sant'Orsola-Malpighi di Bologna.

«I risultati che abbiamo ottenuto nello studio preclinico -ha spiegato Roberto Tonelli che opera e collabora Pession nel centro di Ricerca del Policlinico - sono eclatanti, perchè abbiamo ottenuto la completa eliminazione del tumore senza alcuna tossicità correlata.

Pensiamo di terminare nell'arco di 18-24 mesi gli studi preclinici e passare all'utilizzo di quello che sarà così diventato un farmaco 'orfano' (è quello destinato a patologie rare o incurabili e che per questo non hanno uno sponsor o 'genitorè che desideri svilupparli cioè ad investire senza un prevedibile ritorno)».


Di solito, è stato spiegato, i farmaci oncologici non hanno una indicazione specifica per l'utilizzo nei bambini, nonostante i tumori pediatrici abbiano caratteristiche diverse da quelli degli adulti e si sviluppano con dinamiche e velocità differenti. Il nuovo farmaco orfano eliminerebbe completamente le attuali terapie, sia le radioterapiche che le chirurgiche che, spesso, producono lesioni e/o menomazioni irrecuperabili. Altra caratteristica fondamentale è l'assenza di tossicità se si pensa che i geni del tumore sono attivi in fase embrionale.

Più informazioni: resto del carlino

Etichette:

martedì, gennaio 22, 2008

Bimbi ammalati di tumore curati a casa in Puglia

Nella prima fase di avvio saranno una ventina i bambini assistiti a casa dagli infermieri e dai medici del reparto di Oncologia del Policlinico di Bari.
Lo prevede la convenzione - della durata di un anno - per l'assistenza domiciliare oncologica pediatrica varata dalla Regione Puglia, fra le prime in Italia a realizzare il progetto. Il centro regionale sarà nel Policlinico, cui fanno riferimento 100 bambini malati di tumore.

In tutta la Puglia sono mille invece gli ammalati, anche se il bacino territoriale di utenza sarà per il momento quello di Bari e Barletta. Centomila gli euro stanziati dalla Regione all'Apleti, l'associazione che curerà il progetto. "L'iniziativa del Presidente Vendola è lodevole e risponde con efficace e grande sensibilità alla più devastante tragedia che colpisce ormai migliaia di bambini e quindi di famiglie in tutto il Paese – afferma il Portavoce dei Piccoli Comuni, Virgilio Caivano – con conseguenze terribili per intere comunità.

Al Presidente Vendola - continua il Portavoce dei Piccoli Comuni - chiediamo di insistere sul tema della prevenzione e della ricerca per fare in modo che migliaia di bambini possano trovare risposte vere al male del millennio. La nostra azione su questo terreno è di totale sostegno per tentare di ridare fidicia ai cittadini nell'opera importante della politica e delle Istituzioni di ogni ordine e grado - sono le conclusioni del Portavoce dei Piccoli Comuni.
Andrea Gisoldi

Etichette:

lunedì, gennaio 21, 2008

Spagna: ecco il cyberospedale

Studio televisivo interno, stanze wi-fi, webcam per dialogare con i parenti a casa.

L’ospedale tecnologicamente più avanzato di Spagna sarà certamente El Macarena di Siviglia. Se non altro dal punto di vista informatico e informativo: uno studio televisivo al suo interno, quattro canali di programmi autoprodotti, accesso internet grazie a un sistema di Wi-Fi in tutto il complesso, computer portatili a disposizione dei pazienti, web-cam per dialogare con i parenti a casa, forum on line per chattare da una stanza all’altra.

La battaglia contro la noia, immutabile nei secoli dentro le corsie ospedaliere, ricorre ai mezzi più sofisticati; libri e giornali non bastano più, nell’era di internet, che diventa la risposta adatta all’esigenza di «umanizzare» le lunghe degenze, fuori dai ristretti orari di visita.

Distrarre i pazienti prima di un intervento, aiutarli a socializzare, alleviare le solitudini. Eulalia Conde, responsabile delle nuove tecnologie dell’ospedale, ha illustrato il progetto che sta per essere realizzato: le cyber-stanze da dove sarà possibile connettersi a internet senza fili per consultare la posta elettronica e navigare, lo studio televisivo, da cui saranno trasmessi programmi sulla salute, sulla vita dell’ospedale, sulle regole di comportamento in caso di emergenza e naturalmente i programmi delle reti esterne.

In costruzione anche la pagina web dell’ospedale, che disporrà di 7 mila immagini, e il servizio di prestito dei computer ai degenti. El Macarena di Siviglia è stato anche il primo ospedale a introdurre un sistema di comunicazione attraverso sms tra i ricoverati nelle unità di cura intensiva e i familiari in attesa, all’esterno, di notizie sul loro stato di salute.

Etichette:

domenica, gennaio 20, 2008

IN ITALIA SI MUORE ANCORA FRA TROPPE SOFFERENZE

Nelle terapie oncologiche l'Italia e' ancora agli ultimi posti in Europa nell'uso degli oppioidi. Nella classifica dei 14 paesi piu' importanti dell'Unione il nostro paese e' penultimo, seguito soltanto dall'Irlanda e molto lontano da Germania e Danimarca, nazioni in cui il consumo terapeutico degli oppioidi e' dieci volle superiore, con una spesa e' di 7 euro pro-capite all'anno, contro gli appena 50 centesimi dell'Italia.

Questi dati sono emersi oggi a Firenze, in chiusura del convegno L'Hospice e il sistema delle cure, organizzato dalla Fondazione di Leniterapia FILE, con partecipazione di specialisti da tutta Italia. Per la maggior parte dei medici italiani, in sostanza, gli oppioidi restano un tabu' e il concetto stesso di terapia del dolore fa ancora fatica ad affermarsi.

Cio' accade in parte per evidenti ritardi culturali e, in parte, a causa di complicazioni burocratiche (occorre, per esempio, una ricetta speciale in tre copie) che ostacolano la prescrizione di questi farmaci. Il paradosso e' clamoroso, se si pensa che per il cancro, ma anche per altre malattie, al momento della diagnosi il dolore e' un sintomo importante per circa 70mila pazienti.

Con un'intensita' crescente che nella fase terminale finisce per riguardare oltre 100 mila malati. Moltissimi pazienti (circa il 40%) hanno dolori cosi' insopportabilmente forti, da desiderare di morire. Nella maggior parte dei casi (66%) diventa anche impossibile fare vita normale, un handicap che quasi sempre si ripercuote in modo drammatico sul menage familiare.

Le terapie? Purtroppo sono non di rado inadeguate. Quasi tutti i malati sono trattati con antidolorifici, ma come rivela lo studio Epic, ben 84 pazienti su cento giudicano sostanzialmente inefficace la terapia prescritta. Dedicata alle esperienze europee e a quelle italiane, dopo una prima giornata riservata agli aspetti architettonici degli hospice, questo secondo round del convegno di FILE ha contribuito a delineare una serie di concetti e indicazioni destinati certamente in qualche modo a influenzare la fioritura di strutture, in corso anche in Italia, per l'accoglienza ai malati inguaribili.

Oggi ogni Regione e ogni Asl fa praticamente quello che crede meglio, senza alcuna uniformita' di criteri, ne' di trattamento ne' tariffari. Una giornata di degenza puo' costare, per esempio, dai 180 ai 480 euro. Occorre, evidentemente, una politica degli hospice. In Toscana, entro i prossimi due anni, saranno operative 16 strutture, dalle 3 appena di fine 2007.

In totale 176 posti letto con cui sara' coperto il fabbisogno di tutta la regione. Si stima per ciascun posto letto una spesa di circa 70 mila euro all'anno, il che comporterebbe per il sistema sanitario un investimento di oltre 12 milioni di euro. Secondo quando affermato dall'oncologo Gianni Amunni, direttore dell'Istituto Toscano Tumori, che in chiusura di convegno ha portato il saluto dell'assessore regionale alla Sanita', Enrico Rossi, ogni hospice non potra' che essere inserito in una rete di cure palliative, per garantire vari livelli di assistenza, compreso quella a domicilio. L'hospice, ha detto Amunni, non puo' funzionare da solo. Ed e' per questo motivo che la Regione creera' reti di cure palliative anche nelle zone che adesso ne sono prive.
(AGI)

Etichette:

sabato, gennaio 19, 2008

Linfomi, Pisa sede strategica per la cura dei tumori del sangue

Ciao, stamani a Riotorto è una bella giornata di sole,ed anche ilmio morale ne risente in meglio. Ho trovato questa notizia:
Pisa si conferma sede strategica per la cura dei tumori del sangue. Nuove propsettive si evidenziano, infatti, per una terapia innovativa in grado di far regredire i linfomi follicolari ( non - Hodgkin a bassa malignità). Lo studio è stato presentao al congresso della Società Americana di Ematologia ad Atlanta, da parte dei proff. Giuliano Mariani e Mario Petrini, direttori delle Unità operative di Medicina Nucleare ed Ematologia all'Azienda Ospedaliera universitaria Pisana.

Nell' ottica toscana, la novità ha inoltre un' importante ricaduta sulla qualità di cura ed assitenziale dei pazienti: un percorso "in loco" con chemioterapia e poi bombardamento definitivo sulle cellule malate. Il farmaco è un anticorpo radiomarcato, definito arma intrelligente di seconda generazione, proiprio perchè individua un unico bersaglio sulle cellule tumorali da colpire. Fin' ora, si apprende, ha fatto regredire i linfomi non - Hodgkin in quasi 9 casi su 10 ed osservare un periodo libero da malattia di circa due anni. ( gub )

Etichette:

giovedì, gennaio 17, 2008

Tumori gastrici: terapia orale meglio della chemioterapia

Ciao, stamani mi son alzato con un dolore al rene sinistro con fatica a respirare, speriamo in bene.

Sanihelp.it - Nuove conferme per la capecitabina, chemioterapico dalla innovativa formulazione orale, nel tumore gastrico avanzato. Uno studio recentemente pubblicato sul New England Journal of Medicine rinforza l’utilizzo del farmaco come trattamento di prima linea per questa patologia molto difficile da trattare, in associazione a una chemioterapia a base di platino.

Il tumore allo stomaco rappresenta il quarto tra i tipi di cancro più diagnosticati e la seconda causa di mortalità per tumore nel mondo. Si stima che ogni anno 911.000 persone nel mondo muoiano a causa di questa malattia, quasi 140.000 delle quali solo in Europa. In Italia si registrano 13.000 nuovi casi e circa 8.000 decessi l’anno.

Lo studio pubblicato è un ulteriore esempio di come capecitabina sta progressivamente sostituendo le terapie standard a somministrazione endovenosa nei pazienti affetti da tumori gastrointestinali. Questa terapia è efficace almeno quanto il trattamento endovenoso e riduce il tempo che i pazienti sono costretti a trascorrere in ospedale, consentendo a questi ultimi di condurre una vita più normale e di avere più tempo per sé. Elimina inoltre la necessità del catetere venoso centrale, e le complicazioni e i fastidi a esso associati.
Fonte: Roche

Etichette:

mercoledì, gennaio 16, 2008

Morto Folkman, scopri' terapie anti-cancro



Medicina: morto Folkman, scopri' terapie anti-cancro.
E' morto a 74 anni Judah Folkman, professore ad Harvard e pioniere della ricerca contro il cancro. Fu lui a mettere a punto la cosiddetta 'quarta via' per il trattamento dei tumori, ovvero la terapia mirata a bloccare l'afflusso di sangue alle cellule cancerose. E' stato stroncato da un infarto all'aeroporto di Denver, mentre attendeva un aereo che l'avrebbe portato a un simposio scientifico a Vancouver.
Qui potete trovare altre informazioni: http://lgxserver.uniba.it/lei/rassegna/990422a.htm

Etichette:

Dopo la malattia, recuperare con lo sport

Ciao, a parte il brutto tempo e la medicazione ancora alla ciste da fare venerdi 18, è tutto abbastanza regolare.
Vediamo se riescono a fare sto piccolo intervento chirurgico per asportarla, cosi se devo ricominciare le chemio, non ci sono problemi co le piastrine.

Il tumore e le cure possono lasciare segni profondi, anche in chi è guarito. L'attività fisica, però, aiuta a ritrovare il benessere perduto. L’attività sportiva può essere un toccasana per ritemprare il corpo e lo spirito dopo l’estenuante battaglia contro il cancro e il faticoso percorso di cura.

Che un adeguato esercizio fisico sia di aiuto ai pazienti oncologici è ormai un’opinione consolidata, sostenuta anche da numerosi studi scientifici che dimostrano come una ginnastica mirata contribuisca ad attenuare la stanchezza che accompagna le terapie.

Così come è certo che fare sport, o anche solo camminare per una buona mezz’ora al giorno, sia parte importante delle regole per prevenire la malattia, insieme ad una dieta e a uno stile di vita equilibrati. Ora però l’attenzione dei medici è puntata anche sull’aiuto che una regolare attività fisica può dare a chi è riuscito a sconfiggere il tumore, ma porta ancora i segni lasciati dalle difficoltà incontrate durante i trattamenti e, per questo, vive con insicurezza il rapporto con il proprio corpo.

Dall’Università di Torino partirà in primavera il progetto Sport e salute in oncologia, che, come spiega Riccardo Torta, direttore della struttura di Psiconcologia dell’ospedale Molinette e ideatore dell’iniziativa, «Ha lo scopo di aiutare gli ex-malati a ritrovare un migliore rapporto con la propria immagine corporea. Un rapporto spesso incrinato dall’esperienza di un tumore, con una conseguente riduzione delle attività sia fisiche che sociali e un senso di “non superamento della malattia” che, nella vita quotidiana, si traducono in uno stato di stress persistente».
http://www.corriere.it

Etichette:

domenica, gennaio 13, 2008

Più ricerca meno attese

Sondaggio sul 2008 per "Salute": molte indicazioni utili per la sanità italiana.

Il cancro è un vero e proprio incubo nell'età "di mezzo" Due domande sulle priorità e sui timori degli italiani riproducono una divisione tra Nord e Meridione e tra grandi e piccole città.

Paura del tumore, più ricerca, meno liste d'attesa: è la fotografia della sanità all'inizio del 2008 che risulta dal sondaggio realizzato per Salute da Format.

Due le domande rivolte al "campione" rappresentativo di mille maggiorenni. La prima è sulle malattie: il tumore è il più temuto in assoluto. Preoccupa più le donne che gli uomini, e l'età "critica" è tra i 35 e i 55 anni. Al secondo posto, molto distanziato, l'infarto, paura maschile degli over 44.

Timore del Nord e delle grandi città, più che del Meridione. L'Alzheimer si comincia a temere dopo i 55 anni e l'Ictus preoccupa entrambi i sessi over45, specie nelle più affollate aree urbane (assai meno in provincia).
Seconda domanda sulle priorità nella sanità italiana.

A sorpresa, vince la richiesta di maggiori investimenti in ricerca (quasi sei italiani su dieci, più uomini che donne, più al Nord, più i giovani sotto i 44 anni). Lo "sto rico" problema delle liste d'attesa e il suo miglioramento resta saldo al secondo posto. In particolare è una forte richiesta degli over 55, meno sentito nel Nord, acuto invece nel Centro e soprattutto nel Sud.

Tre argomenti al terzo posto: miglioramento dei Pronto Soccorso, compartecipazione con ticket proporzionato al reddito, più campagne di prevenzione. Il Pronto soccorso è sentito in gran parte nel Sud (non al Nord), tra persone di età tra i 35 e i 54 anni. Gli altri due temi sono avvertiti ovunque. Più diagnosi precoce è una priorità per le donne over35, nel Nord e nelle grandi città. Colpisce, segnalano da Format "l'assenza di interesse da parte dei giovani e nel Sud".
Maurizio Paganelli

Etichette:

sabato, gennaio 12, 2008

Noduli della tiroide

Ciao, stamani alle 10 ho fatto l'Ecocolordoppler, ed i risultati sono risultati invariati, la vena giugulare destra è occlusa. Continuerò a fare le punture in pancia di fraxiparina sperando in bene. Mi ha trovato pure dei noduli alla tiroide.

Sono presenti nel 50% delle persone sopra i 50 anni. Ma sono quasi sempre innocui.
I noduli della tiroide sono un'evenienza che negli ultimi anni è diventata sempre più frequente. Ma non c'è un reale aumento del fenomeno.

Si tratta solo di un'impennata delle diagnosi, dovuta alla sempre maggiore diffusione dell'ecografia, un'esame che, magari fatto per altre ragioni, svela spesso l'esistenza di noduli alla tiroide in persone che non sospettavano minimamente di esserne portatori.

La buona notizia - spiega in una video-intervista il professor Alfredo Pontecorvi, del Policlinico Gemelli, di Roma- è che, sebbene si stimi che ben una persona ogni due sopra i 50 anni ne abbia uno, i noduli alla tiroide nel 96% dei casi in Italia sono innocui.

Solo il 3-4% è un tumore maligno. La diagnosi certa si può fare solo con un esame chiamato ago-aspirato. La terapia è quasi sempre chirugica e consiste nell'asportare la tiroide o una parte di essa.

Etichette:

venerdì, gennaio 11, 2008

Parte il Pronto soccorso con la radioterapia

Ciao, stanotte ho dormito tutta la nottata, era tanto che non riuscivo a fare una tirata dalle 22 alle 6. Che bello, dopo esito Tac mi sono rincuorato un pò, anche se sò che non devo abbassare la guardia. Lotto e combatto come non mai, la vita bella o brutta, vale la pena di viverla e se possibile anche sorridendo un pò, cosa che io mi son dimenticato da un pezzo.

Una notizia; Nuovo servizio attivato dall’Istituto Europeo di Oncologia di Milano
Sono oltre 20mila ogni anno le persone malate di tumore che vengono sottoposte a sedute di radioterapia a scopo palliativo, ovvero con l’obiettivo di contrastare i sintomi della malattia (come dolore, compressioni, emorragie), più che la patologia in sé.

La possibilità di intervenire tempestivamente è determinante, in molti casi, per la qualità di vita, ma non sempre si accorda con le liste d’attesa e con le difficoltà organizzative di un’offerta terapeutica disomogenea sul territorio italiano e spesso inadeguata rispetto alla domanda. I tempi, insomma, sono lunghi, mentre ai malati servono corsie preferenziali e servizi in formato “espresso”.

Una risposta ai pazienti e una proposta di modello organizzativo arriva, con il nuovo anno, dall’ARPaR, l’Ambulatorio di radioterapia palliativa rapida, fresco d’apertura all’interno della Divisione di Radioterapia dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano. «L’ambulatorio dispone di spazi, personale e procedure ad hoc, nonché di un archivio, un numero di telefono e un indirizzo di posta elettronica dedicati - spiega Roberto Orecchia, direttore della divisione. - Il tutto per consentire a chi ne ha bisogno, pazienti ricoverati in ospedale, in hospice o esterni, tramite la richiesta del proprio medico, di prenotare, essere visto da uno specialista entro 72-96 ore e iniziare i trattamenti, se indicati, entro 7-10 giorni».

La radioterapia può essere particolarmente efficace per trattare i sintomi provocati da lesioni tumorali localizzate nelle ossa o nell’encefalo, o per superare le difficoltà a respirare o deglutire, o ancora per frenare i sanguinamenti causati da emorragie bronchiali o vescicali. «E’ possibile ottenere una significativa riduzione del dolore da metastasi ossee nell’80 per cento dei malati – precisa Orecchia, – a volte già dopo un giorno o due dal trattamento e fino a due mesi dopo.

E in caso di ripresa del dolore si può sempre ripetere la seduta. Nel caso di compressione midollare, che colpisce il 5-10 per cento dei malati di cancro - continua Orecchia - si deve agire entro 24-48 ore per evitare danni gravi e permanenti, riuscendo così ad ottenere una ripresa dei movimenti, una riduzione del dolore e la preservazione delle funzioni degli sfinteri nel 50-70 per cento dei pazienti».

Altrettanto importante è la radioterapia per controllare i sintomi neurologici di lesioni cerebrali, che, conclude Orecchia, se viene iniziata subito dopo la comparsa dei primi sintomi, permette di ottenere buoni risultati in 8 malati su 10.

Gli ospedali oncologici e i reparti di radioterapia cercano di organizzarsi al meglio per far fronte alle richieste, ma, laddove ciò non è possibile, succede che gli ostacoli logistici e burocratici abbiano un effetto deterrente sulla prescrizione di trattamenti che hanno mostrato di funzionare bene, in fretta, con pochi effetti collaterali e con spese contenute.

L’unico precedente di una struttura analogamente dedicata, stando alla letteratura scientifica, è il Rapid Response Radiotherapy Program dell’ospedale di Toronto, in Canada. «Quando ho letto di quell’esperienza – racconta Orecchia – ho pensato: “e perché non da noi?”. Nei casi più gravi, quando non si può più combattere con efficacia il tumore, il nostro primo obiettivo deve essere la qualità di vita del paziente».
Donatella Barus

Etichette:

giovedì, gennaio 10, 2008

Gli ex-fumatori protetti dai retinoidi

Bene, allora sabato alle 10 ho appuntamento per Ecocolordoppler e controllare a che punto sono con l'occlusione trombotica ala vena giugulare destra.

Intanto visto che io sono stato un fumatore di 1 pacchetto di sigarette al giorno per la bellezza di 45 anni, posto la notizia di uno studio pubblicato sul Journal of the National Cancer Institute.

Non è mai troppo tardi per smettere di fumare e il rischio di sviluppare un tumore dei polmoni si riduce nell’arco dei 15-20 anni successivi. Ora diversi gruppi di ricerca stanno studiando i modi per attenuare ulteriormente le probabilità di sviluppare la malattia.

La trasformazione in senso neoplastico delle cellule dell’epitelio bronchiale (il tessuto che riveste i bronchi) che colpisce chi fuma - e per molti anni chi anche ha smesso di fumare -, potrebbe essere contrastata, in particolare, dai retinoidi, i derivati della vitamina A, da anni oggetto di interesse per la loro capacità di impedire le la proliferazione incontrollata delle cellule “danneggiate” all’origine della formazione di un tumore.

Uno studio pubblicato sul Journal of the National Cancer Institute e condotto da Walter Hittelman, dell’MD Anderson Cancer Center di Houston (Stati Uniti), dimostra, in effetti, l’efficacia di tre di questi derivati (acido retinoico 9-cis, acido retinoico 13-cis e alfa tocoferolo) in 225 ex fumatori, che sono stati suddivisi casualmente in due gruppi, ad uno dei quali è stato somministrato il cocktail, mentre l’altro ha ricevuto solo un placebo.

Dopo tre mesi di terapia quotidiana, i marcatori della trasformazione dell’epitelio dei bronchi (tra i quali il più noto è chiamato ki-67) sono risultati in netta diminuzione nelle persone che avevano assunto i retinoidi, rispetto a quanto emerso negli altri. «Naturalmente - ha sottolineato Hittelman - sono necessarie ulteriori ricerche, ma è possibile che i retinoidi entrino in futuro a far parte di terapie profilattiche da somministrare ai fumatori per ridurre il rischio di sviluppare un tumore polmonare».
fonte: corriere.it

Etichette:

Esito tac di gennaio

Ciao, l'esito della tac tutto sommato è confortante, l'esame al collo si presenta invariato nei confronti del precedente esame, anche per quel che riguarda il torace. (vedi sotto)
A livello mediastinico toracico si apprezza linfonodo aumentato di volume di 20 mm nella loggia di Barely e altri lnfonodiin sede precarenale.

Questo era l'ultimo esito della tac fatta il 31/10/2007

L'esame conferma la presenza in sede laterocervicale sinistra, di linfoadenopatie patologiche con ampia componente necrotica e secondaria infiltrazione della vena giugulare interna sinistra.
Il linfonodo precedentemente segnalato a livello latero-cervicale destro presenta al controllo attuale, ampia componente necrotica; non apprezzabile un sicuro piano di clivaggio con la parete della vena giugulare interna omolaterale.

Al controllo attuale i noduli polmonari precedentemente segnalati presentano dimensioni di 7 e 9 mm a carico del LSD (tac 31-07 = 9 e 10 mm); 15 mm a carico del LID (12mm); 6 mm a carico del LSS (6-7 mm); 18 mm a carico del LIS (14 mm). Linfonodo centimetrico paratracheale dx. Sostanziamente invariati i restanti reperti. ""

mercoledì, gennaio 09, 2008

Vivere con un cappio al collo

Alle volte mi domando come stamani, se è giusto vivere in trepidante attesa di un responso, sull'esito di una tac, che ti dovrebbe dire se vivi ancora e sei riuscito a strappare un po' di mesi , oppure devi riprendere con le chemioterapie perchè il tumore o i tumori sono ancora li e sempre più pericolosi.

Credetemi, non è un bel vivere. Pensieri più o meno macabri ti affollano la mente, tenti di scacciarli pensando a spiagge bianche e palme che si piegano al vento, alle acque cristalline ed azzurre dei tropici, ad una scalata su alte vette innevate, ma dopo un secondo tutto ritorna come prima. La morte.

Parola che mette paura anche ai più coraggiosi, ai più intrepidi, ai buoni ed ai cattivi. Mi spiace ma stamani
sto' aspettando che mi chiamino dall'ospedale e che mi diano l'appuntamento dall'oncologo per sapere a che punto siamo con la malattia, e mi sento veramente triste. Sarà il tempo nuvoloso, saranno i miei pensieri, sarà la mia voglia di vivere che mi spinge ad aver fretta di sapere, conoscere ancora una volta, se la mia battaglia la stò vincendo o no.

Etichette:

martedì, gennaio 08, 2008

Fatto la tac con metodo a contrasto

Ciao, ieri ho fatto la tac collo torace, addome, e la medicazione alla ciste sul dorso. Per quanto riguarda la tac con metodo a contrasto, devo dire che l'avevo già fatta, ma quella sensazione di caldo su tutto il corpo quando ti entra il siero per contrasto alle volte da un leggero senso di malessere, sembra che il corpo bruci, una calore ti passa nelle vene, per fortuna lo avevo già provato.

Per quanto riguarda la ciste, la notizia che mi hanno dato non è delle migliori. Lunedi 14 alle 10, visita ultima per poi farmi il piccolo intervento chirurgico con punti di sutura, per togliermi tutta la ciste, perchè finora è stata solamente pulita dal sebo e dal pus. Pertanto ne avro' ancora per un po'. Ora sono in trepidante attesa dell'esito tac che credo, mercoledi o giovedi si venirne a conoscenza.
Buon lupo a me.

Una piccola notizia:

Cinque tazze di tè verde al giorno dimezzano il rischio sviluppare il tumore alla prostata: è il risultato di uno studio giapponese effettuato su 50.000 uomini tra i 40 e i 69 anni, per una durata di 14 anni.

Il tè verde per prevenire il cancro alla prostata. Lo sostiene uno studio pubblicato effettuato da un'equipe di ricercatori dell'Università di Tokio, diretti dal dottor Norie Kurahashi: pare che la diffusione della bevanda in Asia, insieme al minor consumo di carne rossa da parte delle popolazioni orientali, sia all'origine della scarsa incidenza del cancro alla prostata rispetto all'Occidente. Secondo il team di ricercatori che ha sviluppato l'indagine, chi beve regolarmente tè verde ha la certezza di ridurre fino al 50% il rischio di contrarre cancro alla prostata e di altri tipi di cancro.


Questo "risultato massimo", però, richiede dosi massicce di tè, circa cinque tazze al giorno. Quantità minori rimangono benefiche in proporzione. Lo studio è stato condotto su 50.000 uomini tra i 40 e i 69 anni, per 14 anni.

Etichette:

lunedì, gennaio 07, 2008

Tac collo, torace, addome

Stamani alle 6 sveglia perchè dovevo bere un litro di acqua con del siero che mi hanno dato da aggiungere. Dalle 6 ale 7 la devo bere tutta, stare a digiuno, e lasciarne due dita da bere di fronte a loro su in radiologia. Ora che posto l'ho bevuta e mi preparo ad andare su all'ospedale di Villamarina a Piombino che alle 8 ho la Tac.

Poi finito con questa alle 11 ho la medicazione della ciste sul dorso, credo che fino alle 13 non sarò di ritorno. Quando faccio queste tac di controllo, onestamente mi metto un po' di ansia e di paura. Vorrei che fosse tutto finito, ma purtroppo fino a che Dio lo vorrà dovrò convivere con queste mie paure. Comunque in tutta sincerità, mi sto preparando mentalmente al grande viaggio, spero il più tardi possibile.

Una notizia per chi è soggetto facilmente ad attacchi influenzali:

Un vaccino universale, in grado di garantire protezione perenne contro tutti i ceppi di virus influenzali, compreso quello più temuto, l'aviaria. È la scoperta di un gruppo di scienziati negli Stati Uniti per conto di Acambis, che produce il vaccino. A differenza dei vaccini tradizionali, quello universale non ha bisogno di essere "riprogettato" di anno in anno, per adeguarsi ai cambiamenti dei virus influenzali stagionali. E funziona contro tutti i ceppi, evitando così l'incombenza della vaccinazione annua.
http://qn.quotidiano.net/

Etichette:

sabato, gennaio 05, 2008

I broccoli aiutano a ridurre i tumori della pelle

La “fitoterapia” ha “sfondato" anche nel campo scientifico tradizionale e scopre che il mondo vegetale che ci circonda è una miniera di sostanze utili ad affiancare la farmacologia di sintesi chimica.
Una notizia curiosa, che testimonia della sempre maggiore attenzione per i “rimedi dei nonni”, viene da esperimenti in questo senso, condotti da studiosi della Johns Hopkins University su un gruppo di volontari.

I broccoli sarebbero utili da 'indossare’ come lozione contro i tumori della pelle, capace di far scattare una catena di reazioni organiche che neutralizzano i danni dei raggi ultravioletti.
Alcuni enzimi come il 'glutathion’ contenuti nella verdura - che a molti risulta indigesta ma ora, sotto forma di lozione, potrebbe ovviamente venire ben tollerata - avrebbero mostrato di essere in grado di neutralizzare le molecole che danneggiano il Dna attivate dall'esposizione al sole e all'aria.

Gli esperimenti hanno dato risultati evidenti: i pazienti erano stati esposti a massicce dosi di radiazioni ultraviolette su aree di pelle prima cosparse con crema ai broccoli. I volontari che erano stati trattati anticipatamente con la 'lozione’ hanno mostrato il 37% in meno di arrossamenti, irritazione, infiammazione, tutti segnali di potenziale sviluppo di lesioni pre-cancerose.

I ricercatori stanno ora studiando le quantità ottimali degli estratti di broccoli da utilizzare nelle creme e come eliminare il colore verde del ritrovato, che rischierebbe di dare un colore verdognolo da marziano a chi lo usa.

Etichette:

venerdì, gennaio 04, 2008

Tumori: scoperta proteina blocca metastasi

Ciao, una notizia che ci può dare un po' di sollievo:

Londra - Nuovo importante passo avanti nella lotta al cancro. Un gruppo di ricercatori britannici ha individuato una nuova proteina, battezzata 'Tes', che e' in grado di bloccare gli effetti di un'altra gia' nota, 'Mena', responsabile della diffusione dei tumori in tutto il corpo.

Secondo la Bbc il 'London Research Institute' la scoperta potra' portare a realizzare una nuova terapia per bloccare le metastasi, l'ostacolo principale all'eliminazione completa dei tumori costantemente a rischio di recidiva.

Lo studio e' stato pubblicato nell'ultima edizione della rivista 'Molecular Cell'. Michael Way, capo dell'equipe autore della scoperta, ha spiegato che utilizzando piu' tecniche di analisi si e' visto che la Tes quando riesce a unirsi alla Mena impedisce a quest'ultima di interagire con le altre proteina di fatto neutralizzando i suoi effetti devastanti.

Senza poter piu interagire con le altre sostanze killer la Mena non riesce a spingere le cellule tumorali a migrare e attecchire in aree ancora sane.

Secondo il dottor Way se i ricercatori realizzeranno un farmaco per bloccare la Mena si riuscira' a bloccare la diffusione dei tumori rendendo piu' semplice e efficace le cure di una malattia che ogni giorno causa 20.000 decessi in tutto il mondo.

Etichette:

giovedì, gennaio 03, 2008

Ecco proteina bodyguard contro cancro al seno

Ciao, stamani alle 7 ho fatto il prelievo sangue per analisi emocromo completo, cosi Lunedi alle 8 vado a fare la tac, collo, torace, addome. Speriamo in bene, altrimenti tute queste chemio mi svuotano. Domani alle 11 ho la medicazione della cisti alla spalla.

Se vi interessa la notizia:

Il principale guardiano anticancro, la ormai famosa proteina 'p53', ha un bodyguard che gli guarda le spalle mentre p53 salvaguardia il nostro corpo dai tumori.
E' la proteina 'NUMB' e ricercatori italiani hanno scoperto che tiene a bada il tumore al seno ed è utile per capire la gravità della malattia in ogni paziente ed indirizzarsi verso le cure più adeguate.
Lo hanno scoperto, con una serie di esperimenti su cellule di tumore umano della mammella, ricercatori dell'IFOM Fondazione Istituto FIRC di Oncologia Molecolare), dell'Istituto Europeo di Oncologia (IEO) e dell'Università degli Studi di Milano.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature. La proteina NUMB protegge dalla crescita del cancro facendo da scudo a p53. Senza NUMB, p53 non funziona più e il tumore ha una prognosi meno favorevole ed è anche resistente alla chemioterapia.

"Con NUMB - ha spiegato Pier Paolo Di Fiore, Direttore Scientifico dell'IFOM, Ordinario di Patologia Generale presso l'Università degli Studi di Milano e uno dei due autori principali dello studio - abbiamo a disposizione un nuovo biomarcatore da utilizzare come indicatore prognostico del tumore della mammella. E, con uguale se non superiore rilevanza clinica, abbiamo un nuovo 'circuito' molecolare da modulare farmacologicamente per ripristinare le condizioni di normalità".

http://www.ansa.it/

Etichette:

mercoledì, gennaio 02, 2008

Noduli della tiroide: che cosa fare

Ciao, stamani devo andare alle 11 all'ospedale di Villamarina all'ambulatorio per farmi la medicazione. Non vi nascondo che mi viene da star male ora, pensando che mi rimetteranno la garzettina nella ferita della ciste.

Comunque dai, avanti con coraggio che poi lunedi 7 ho la tac al collo, torace e addome.
Una notizia:

Noduli della tiroide: che cosa fare.
Sono presenti nel 50% delle persone sopra i 50 anni. Ma sono quasi sempre innocui.

I noduli della tiroide sono un'evenienza che negli ultimi anni è diventata sempre più frequente. Ma non c'è un reale aumento del fenomeno. Si tratta solo di un'impennata delle diagnosi, dovuta alla sempre maggiore diffusione dell'ecografia, un'esame che, magari fatto per altre ragioni, svela spesso l'esistenza di noduli alla tiroide in persone che non sospettavano minimamente di esserne portatori.

La buona notizia - spiega in una video-intervista il professor Alfredo Pontecorvi, del Policlinico Gemelli, di Roma - è che, sebbene si stimi che ben una persona ogni due sopra i 50 anni ne abbia uno, i noduli alla tiroide nel 96% dei casi in Italia sono innocui. Solo il 3-4% è un tumore maligno. La diagnosi certa si può fare solo con un esame chiamato ago-aspirato. La terapia è quasi sempre chirugica e consiste nell'asportare la tiroide o una parte di essa.

-->