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ianilo marchesi carcinoma infiltrante scarsamente differenziato

Combatto una malattia al collo nella parte cervicale laterale sinistra, e due tumori ai polmoni. Nel 2006, ho fatto terapie intensive di chemio e 36 trattamenti di radio. Nel 2007 recidiva dei noduli laterocervicali con aumento delle dimensioni, dovendo cosi fare di nuovo trattamenti di chemio. Continuo a combattere, credere sempre. Per scrivermi e ne vuol far partecipe i lettori del blog. ianilo@gmail.com

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** La verità alle volte è più vicina di quanto si creda, ed alle volte si può nascondere nelle righe di qualche paragrafo.** Se il mio blog può essere di aiuto a qualcuno, ne sarò felice.

lunedì, febbraio 11, 2008

Dal super freddo un aiuto contro il dolore

Tecnica sperimentata dagli oncologi della Mayo Clinic di Rochester (Usa)
Inoculando un gas, l’argon, nelle zone colpite da metastasi ossee, si congelano le cellule tumorali, attenuando di molto i sintomi.

Per sconfiggere il dolore che affligge le persone con metastasi ossee provenienti da vari tipi di neoplasie, gli oncologi della Mayo Clinic di Rochester (Stati Uniti) propongono un approccio molto innovativo, efficace e privo, almeno nei loro test iniziali, di effetti collaterali: quello che sfrutta le proprietà fisiche delle basse temperature. Secondo quanto riferito all’ultimo meeting della Radiological Society of North America, che si è svolto recentemente a Chicago, la tecnica consiste nell’inserire, con l’aiuto della Tac, un tubicino delle dimensioni di un ago nella zona dell’osso colpito, e nel far poi arrivare alla metastasi del gas argon, che ghiaccia e uccide le cellule tumorali.

Matthew Callstrom, che ha coordinato i ricercatori, ha riferito di aver utilizzato questa terapia in una trentina di persone colpite da metastasi di tumori di diversi tipi, compresi carcinomi renali, del colon, dell’ovaio, della tiroide e melanomi, e che otto settimane dopo il dolore era passato da un punteggio medio di 7,2 su una scala di 10 (considerato grave) a una media di 3,6; inoltre, per i malati che avevano proseguito la terapia per altri sei mesi, il punteggio era sceso ulteriormente fino a 1,7. «La tecnica - ha commentato Callstrom - è tollerata molto bene e permette di raggiungere le metastasi con grande precisione». Ora gli oncologi di Rochester stanno pianificando una sperimentazione di più ampie dimensioni per confermarne la validità.

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