PARKINSON: BENEFICI DA MUSICA E TAI CHI, RICERCA ITALIANA INDAGA

E la scienza sembra dargli ragione: "Dati preliminari indicano che la musica può funzionare da pace-maker del movimento", contribuendo a 'resettare' il sistema motorio alterato dalla malattia. A promuovere la speciale ricetta dell'ex arcivescovo di Milano è Fabrizio Stocchi, direttore del Centro per la cura e la ricerca sul morbo di Parkinson dell'Irccs San Raffaele di Roma.
"In istituto stiamo conducendo uno studio sull'impatto della musicoterapia contro i sintomi tipici dei pazienti - spiega l'esperto all'ADNKRONOS SALUTE, oggi a Milano a margine di un incontro promosso da Gsk su un nuovo farmaco disponibile in Italia - E siamo partiti anche con una ricerca sulle possibili virtù del tai chi", sottolinea. "Nello studio sulla musicoterapia abbiamo coinvolto circa 200 malati - riferisce Stocchi - Metà è stata sottoposta a fisioterapia tradizionale, e l'altra metà a fisioterapia abbinata a tre sedute settimanali di musicoterapia. L'effetto sui pazienti è stato quindi valutato con test funzionali e sulla qualità della vita, e "dalle prime osservazioni emerge un beneficio per il gruppo 'trattato'" a suon di musica.
Non solo. "Stiamo esaminando anche possibili vantaggi del tai chi, in uno studio che a regime avrà numeri simili a quello sulla musicoterapia - dice lo specialista - La ricerca è già partita al San Raffaele di Cassino, e inizierà presto anche a Roma". Secondo Stocchi, la disciplina orientale "potrebbe produrre benefici ai malati di Parkinson perché insegna un controllo assoluto dei movimenti". In altre parole, esercitandosi col tai chi "il malato re-impara a muoversi utilizzando la corteccia cerebrale. Non in maniera automatica, bensì pensando a ogni singolo movimento che esegue", precisa.
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