Operata al cervello al settimo mese, recupera la vista e salva i suoi bimbi
Quando ha scoperto di avere il cancro al cervello era incinta da sette mesi, avrebbe dovuto scegliere se essere operata e salvarsi o portare avanti la gravidanza con grave rischio per la sua salute. I suoi colleghi medici però, lavorando in squadra, le hanno impedito la drammatica scelta, salvandola e rendendola una madre felice.
La cura ormonale
Elisabetta Tresoldi, 36enne ematologa residente ad Orsenigo, è sposata da cinque anni e lavora presso la struttura ospedaliera di Erba. Un anno fa lei e il marito Massimo decisero di mettere in cantiere un figlio, ma inizialmente sembrava ci fossero difficoltà. La dottoressa aveva iniziato una cura ormonale per favorire la gravidanza ma dopo due tentativi andati male stavano pensando di rivolgersi allo Stato per un’adozione. Ma la terapia ormonale prevede tre cicli di cure ed è stato proprio durante l’ultimo che Elisabetta si è scoperta incinta di due bambini. «Ero felicissima », ha raccontato.
Problemi alla vista
La felicità della coppia è stata messa in discussione al secondo mese di gestazione, quando Elisabetta ha iniziato ad avvertire problemi all’occhio sinistro, con il quale non riusciva più a mettere a fuoco. Pochi giorni dopo gli stessi sintomi anche all’occhio destro. La Tresoldi è stata visitata subito dall’oculista San Gerardo di Monza ma il problema era di natura neurologica.
La diagnosi
Dopo la Tac i medici le dissero che il cranio presentava un’anomalia cerebrale. I successivi esami non hanno più lasciato spazio a dubbi: Elisabetta aveva un tumore alla base del cranio, un meningioma benigno che, però, rischiava di crescere in fretta e comprimerle i nervi ottici, rendendola cieca per sempre. Ad agosto la dottoressa era diventata cieca di un occhio e presto la stessa sorte sarebbe toccata anche al secondo.
La lotta per la vita
Sono stati momenti duri, quelli in cui la donna ha dovuto lottare con se stessa, con i dubbi di una scelta lacerante: pensare alla sua salute e farsi operare, interrompendo la gravidanza, o lasciare che i suoi piccoli crescessero dentro di lei, sacrificando la vista. «In ospedale mi sono sempre stati tutti vicini, dottori e personale - ha raccontato la donna - e grazie ai miei colleghi, non ho dovuto scegliere».
Dopo qualche settimana di riunioni e comparazioni di esami infatti, il team di medici che l’ha presa in cura, ha deciso di operare senza interrompere la gravidanza.
Ecco Elia e Rachele
Elisabetta oggi è una mamma felice, con suo marito e i suoi piccoli Elia e Rachele, nati lo scorso 5 novembre. «Questa esperienza ha unito tanto me e mio marito - ha ricordato la donna - la sera prima dell’intervento gli dissi che poteva essere il mio ultimo giorno da vedente e che, in quel caso, sarebbe diventato lui i miei occhi, per vedere i nostri bambini crescere. Se oggi siamo tutti qui, lo devo all’ospedale»
Etichette: tumore cranio meningioma
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