Dolore nervoso centrale e periferico e uso della cannabis, domanda al Dott. Veronesi
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alcuni anni fa sono stato in AIDS conclamato e nonostante oggi mi sia quasi perfettamente ripreso grazie alla triplice terapia, continuo ad avere gravi dolori alle gambe, sia di origine centrale che periferico (neuropatie).
Vorrei sapere da Lei a che punto siamo in Italia per l'uso della Marijuana a scopo terapeutico. Leggo varie cose ma tutte molto confuse o poco esatte. Un amico di Amsterdam in visita giorni fa mi ha fatto leggere sul loro quotidiano nazionale che l'Italia ha acquistato 4 kg di Cannabis dall'Olanda, per farne che non si sa.
C'e da noi qualche "smart-shop" dove poterla acquistare su prescrizione del medico?
Inoltre, qual e' il limite di piante che si possono coltivare in casa per uso medico personale senza essere considerati fuori legge?
Proprio non capisco questo atteggiamento medievale nei confronti della Cannabis, quando tutti sanno benissimo che è un ottimo antidolorifico: il medico ospedaliero che mi ha visitato me lo ha confermato e mi ha testualmente detto "quando ne trova, la fumi"... Ma quanto sono ipocriti gli italiani!
La ringrazio cordialmente.
Enzo Golzi
RISPOSTA
Fumare uno spinello non è certo un atto di cura.
Il mio timore è che la marijuana subisca la stessa condanna morale della morfina: siccome è una droga, anche se a favore dei malati il suo uso non può essere ammesso, perché contro certi principi etici.
La morfina è indubbiamente una sostanza stupefacente con effetti allucinogeni per chi ne fa un uso non medico, ma è anche un oppiaceo efficacissimo per combattere il dolore grave. Eppure per permettere il suo utilizzo in Italia come cura palliativa per alleviare la sofferenza ci è voluta una battaglia culturale che è durata 20 anni.
E non per questo il suo consumo come allucinogeno è minimamente aumentato. È noto che nella Cannabis sono presenti molti principi attivi che hanno dimostrato la lo loro efficacia come antidolorifici e antivomito. Uno di questi è il tetracannabinolo, che è in grado di lenire alcuni disturbi gravi che affliggono i malati oncologici trattati con chemioterapia e i malati di AIDS, di contrastare la spossatezza e che ha anche una certa efficacia contro il dolore.
Un altro principio attivo della Cannabis, il cannabidiolo, attualmente oggetto di studi, sembra essere ancora più promettente, perché potrebbe costituire un?alternativa alla chemioterapia.
Per fare in modo che la ricerca su questa sostanza non venga affossata per questioni di principio, bisognerebbe che la voce dei malati, e quella dei medici che hanno il compito di accompagnare il paziente nella malattia in ogni sua fase, anche in quelle più difficili e dolorose, fosse davvero al centro del dibattito politico che decide le sorti della ricerca scientifica. ""
Voi che ne pensate?
Etichette: Cannabis dott. Veronesi
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