Test genetici superveloci contro il tumore
Ma non è questa la filosofia di Umberto Veronesi che ieri, in un colpo solo, ha annunciato due rivoluzioni scientifiche frutto della ricerca italiana: un test genetico superveloce e molto meno costoso e una super vitamina che, se confermerà quanto promette, potrebbe essere lo scudo al tumore, soprattutto per chi è geneticamente predisposto. Anzi i test genetici a costi ridotti renderanno possibile la sperimentazione su larga scala proprio del farmaco derivato dalla vitamina A, la fenretinide, che promette di ridurre del 50% l’incidenza del tumore al seno nelle donne a rischio sotto i 40 anni e del 40% in tutte quelle non ancora in menopausa.
Umberto Veronesi continua a guidare l’oncologia italiana, e a questo punto europea, sulla strada aperta da lui (contro tutti e contro tutto) negli anni ’70 della «cura dolce» del cancro e della prevenzione. Ieri ha inaugurato il Campus Ifom-Ieo, il più grande polo di ricerca oncologica d’Europa: 12 mila metri quadri di laboratori, 9 chilometri di fibre ottiche, 18 milioni di euro di investimenti solo in strumentazione di routine e 15 milioni di euro per la genomica.
«Proprio una delle nuove piattaforme tecnologiche genomiche è quella che permette i test genetici superveloci», dice Veronesi. Fino a ieri ci volevano almeno sei mesi, in Italia, e 5-7.000 euro per sapere se c’era l’alterazione genetica che predispone al cancro della mammella.
I test «nati» all’Ifom rispondono in 48 ore (una settimana al massimo) e con costi almeno 10 volte inferiori agli attuali, forse anche meno (circa 400 euro). «Tanto che potrebbero essere accettabili anche dal Servizio sanitario nazionale», insiste Veronesi. E chi risulta positiva ai test? Ecco la formula-Veronesi: «Alle donne che risultano positive ai test genetici, indipendentemente dall’età, consigliamo una risonanza magnetica all’anno. Pronti a intervenire precocemente se serve. Niente interventi chirurgici preventivi». E aggiunge: «In seguito, se funziona, consiglieremo un farmaco da prendere tutti i giorni.
Un derivato della vitamina A, una sorta di integratore anti-cancro». I test genetici superveloci, infatti, aprono la strada alla sperimentazione (altra idea italiana) su larga scala della fenretinide, sostanza derivata dalla vitamina A che in una ricerca durata 20 anni, limitata a un numero troppo ristretto di pazienti, ha già mostrato una promessa di efficacia nel ridurre l’incidenza del tumore al seno.
«Già 800 donne disponibili in tutta Italia, positive al test genetico — spiega Veronesi—pronte a sottoporsi a questo studio in 20 centri italiani, coordinato dallo Ieo. Quindi, se allarghiamo la base e arriviamo a 2.000 avremo una popolazione che ci darà delle risposte assolutamente sicure e definitive. Il ministero ha dato la sua adesione: interverrà con almeno mezzo milione di euro su questo progetto ».
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